martedì 16 febbraio 2010

"Il Meridione arretrato perché meno intelligente"

"Il Meridione arretrato perché meno intelligente"
Studiosi e politici contro una ricerca britannica



ROMA
- Dopo anni di lotte, discussioni e studi sulla 'Questione meridionale', ora Richard Lynn, docente emerito di psicologia all'università dell'Ulster a Coleraine, avrebbe trovato una spiegazione, a dir poco discutibile, sull'arretratezza del sud Italia: è meno sviluppato del nord perché i meridionali sono meno intelligenti dei settentrionali. La tesi, che non sfigurerebbe in un pamphlet sulla superiorità della razza, compare nell'ultimo numero della rivista scientifica Intelligence che pubblica la ricerca dal titolo In Italy, north­-south differences in IQ predict differences in income, education, infant mortality, stature, and literacy.

Secondo Lynn, mentre nel nord Italia il quoziente intellettivo è pari a quello di altri Paesi dell'Europa centrale e settentrionale, più si va verso sud, più il coefficiente si abbassa. La causa è "con ogni probabilità" da attribuire "alla mescolanza genetica con popolazioni del Medio Oriente e del Nord Africa". Insomma, la tesi è che al pari della statura, dell'istruzione e del reddito, da nord a sud l'intelligenza media della popolazione scenda fino a toccare il punto più basso in Sicilia. I più intelligenti d'Italia, secondo Lynn, sono concentrati in Friuli.

Il professore non è nuovo a teorie a dir poco discutibili: negli anni '70 sostenne che gli abitanti dell'Estremo oriente fossero più intelligenti dei bianchi e nel 1994 nel libro La curva a campana

Ora, nello studio pubblicato da
teorizzò che nella popolazione di colore una pigmentazione più chiara corrisponde a un quoziente intellettivo più alto, derivato proprio dal mix con i geni caucasici.
Intelligence, afferma che "il grosso della differenza nello sviluppo economico tra nord e sud può essere spiegato con la variabilità del QI" e che, in sintesi, nel sud Italia la qualità del cibo è più scadente, si studia meno, ci si prende meno cura dei figli e che almeno dal 1400 il Meridione non partorisce "figure di spicco" nelle arti e nella politica.

Evidentemente Lynn non si è preso la briga di scorrere l'annuario dell'accademia di Stoccolma. In quel caso si sarebbe accorto del premio Nobel per l'Economia e di quello per la Fisica assegnati ai romani Franco Modigliani ed Enrico Fermi. Per non parlare di quello per la medicina assegnato al catanzarese Renato Dulbecco o di quelli per la letteratura ai siciliani Luigi Pirandello e Salvatore Quasimodo, o alla nuorese Grazia Deledda.

Ma, se non bastassero né il buonsenso né l'evidenza, allora arriva la comunità scientifica a stroncare le conclusioni di Lynn. Di recente lo studio sugli africani è stato demolito da Jelte Wicherts dell'Università di Amsterdam e Jerry Carlson dell'Università di Riverside, con un lavoro per la rivista Intelligence, Personality and Individual Differences, and Learning and Individual Differences. I due esperti hanno riesaminato circa 100 rapporti sul quoziente intellettivo e screditato il lavoro di Lynn, sostenendo che ha usato dati selezionati ignorando sistematicamente africani con QI elevato; inoltre i valori di QI per gli africani e per gli occidentali sono stati ottenuti con studi eseguiti con metodi di misura differenti e quindi tra loro non comparabili. Infine il gruppo di Wicherts ha stimato che il QI medio africano intorno agli anni '50 era del tutto simile a quello degli olandesi e che quello degli occidentali è cresciuto molto nel XX secolo ma che ora anche quello dei nativi dell'Africa sta avendo un trend di crescita simile, che continuerà tanto più quanto maggiori saranno i miglioramenti delle condizioni di vita nel continente.

Lo studio sul sud Italia viene invece duramente contestato, tra gli altri, dal professor Roberto Cubelli, presidente dell'Associazione italiana di psicologia (AIP). Secondo Cubelli, lo studio di Lynn ha "gravi limiti teorici, metodologici e psicometrici (inadeguatezza degli strumenti di misura, arbitrarietà della procedura di analisi, mancata definizione di intelligenza), attualmente in discussione presso la comunità scientifica".

Inoltre il presidente dell'Aip ritiene "deontologicamente sbagliato interpretare i risultati di un'analisi correlazionale di fenomeni complessi, quali quelli relativi al rendimento scolastico nelle diverse aree geografiche, facendo riferimento a modelli teorici che si sono già rivelati falsi e ingiustificati". Secondo Cubelli, infatti, "non si possono ignorare i fattori storici, politici, sociali ed economici e attribuire ogni effetto causale a presunte differenze biologiche e genetiche". Il professore, inoltre, mette in guardia dalla divulgazione di studi che, a causa dei suddetti limiti ed errori, "possono legittimare comportamenti individuali e scelte politiche di impronta razzista e di discriminazione sociale".

Ma non è solo la comunità scientifica a insorgere, anche i politici nostrani non esitano a bollare lo studio di Lynn come "un'autentica cavolata, per non dire di peggio", per usare le parole del deputato del Pdl e napoletano doc Amedeo Laboccetta. "Chi ha redatto lo studio - continua Laboccetta - è un povero ignorante, animato certamente da pregiudizi e da una pesante dose di razzismo. Dovrebbe vergognarsi di simili affermazioni, ma sono pronto a offrire a questo signore un soggiorno gratuito nelle regioni meridionali per rendersi conto di persona di quello che dice".

1 commento:

alan vilbren ha detto...

E' risaputo che i test intellettivi sono tarati su individui che appartengono alla classe media e alla razza bianca. Questo significa che persone di basso ceto o di razza nera ottengono mediamente QI più bassi, anche se la loro intelligenza non è affatto inferiore.
E' un limite dei test, non della gente. Le capacità che misurano riguardano fatti o abilità che si imparano in alcuni ambienti culturali. In ambienti diversi, si apprende altro.
Perciò, un test psicometrico non misura quanto sei intelligente, ma quanto fai parte di una determinata cultura. Qualunque studente di psicologia lo sa. Si vede che, al Prof. Lynn, che insegna proprio questa materia, nessuno lo ha ancora spiegato.
Attenzione, emerito Prof! O andrà a finire che, al prossimo esame, saranno i suoi stessi allievi a bocciarla!