Una città dai capelli bianchi e dalla pelle di tanti colori. Una metropoli piena, come da decenni non si vedeva, di culle e di neonati. Milano 2009, capitale (ex) morale di un Belpaese che ha appena festeggiato il traguardo dei 60 milioni di abitanti. Una città che si ripopola, in larga, larghissima misura per merito degli stranieri. All’appello mancano solo 249 milanesi per sbriciolare il muro del milione e trecentomila. La rimonta però è cominciata, nella metropoli che qualcuno a Palazzo Marino immagina popolata da due milioni di esseri umani da qui alla data simbolo del 2015, quella dell’Expo, dei grattacieli e dell’invasione di visitatori. 1.299.751 abitanti. Settemila in più dell’anno scorso. La tendenza in ogni caso è invertita, la città che sembrava destinata a scendere, nel giro di qualche decennio, sotto la quota simbolo del milione di abitanti (a Torino è già successo da un pezzo) riprende slancio, si allarga, accoglie da fuori quel che perde da dentro.
Perché Milano comunque si conferma vecchia. Uno su tre ha più di sessant’anni. Le cifre dell’anagrafe del Comune raccontano che sono 405.481 i milanesi nati prima del 1950. In una città con 94 mila vedove e 16 mila vedovi, ci sono 635 centenari (addirittura tre i rappresentanti in vita della classe di ferro 1900). L’età media del milanese supera i cinquantacinque, ma è la leva del 1969 che si ritrova a essere maggioritaria con i suoi 23.356 membri che proprio quest’anno festeggiano l’ingresso negli «anta». Le culle, si diceva all’inizio. 12.150 i nuovi nati nel 2008, con una progressione storica che conferma il nuovo trend: solo cinque anni fa, per dire, i nuovi «arrivi» furono 11.393, quasi 800 in meno rispetto alla fioritura dell’anno scorso. Un piccolo baby-boom, che viene normale associare all’altro macro fenomeno: l’immigrazione.
Gli stranieri residenti, e quindi con regolare permesso di soggiorno, quelli che tutti gli osservatori dicono essere solo la punta di un iceberg, ecco, solo loro sono più di 186 mila. Più di una città, per dire, delle dimensioni di Reggio Calabria. In testa rimangono i filippini (28.543), seguiti da egiziani (23.434) e cinesi (15.202). I romeni sono solo al settimo posto (9.506), dietro polacchi, cingalesi e peruviani. La temutissima invasione - testimoniano i numeri - evidentemente s’è fermata. Nuovi abitanti, italiani o no, poco importa. «Quel che conta — dice l’assessore ai Servizi Civici Stefano Pillitteri — è che l’emorragia di abitanti sia ormai un ricordo».
Da Corriere.it
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1 commento:
senza contare le migliaia di cinesi stipati chissà dove, chissà come...
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