giovedì 9 aprile 2009

Beccaria, ritirato il giornalino: «Vignetta offensiva sul Papa»

Succede tutto in un’ora. Alle 9 il giornalino scolastico arriva nelle classi, gomitate e sguardi divertiti tra i ragazzi. Anche la preside lo sfoglia. E non ride. Lo fa ritirare. Immediatamente. Poi, poco prima delle 10, lo riconsegna agli studenti con la prima pagina strappata. Quella che sull’«Urlo», testata del liceo classico Beccaria, raffigurava Papa Benedetto XVI con un pre­servativo in testa. E la scritta: «Finalmente ho capito a cosa serve». Il Papa sulla copertina di un giornalino scolastico. «Offeso, sbeffeggiato», come dicono al­cuni liceali. O «giustamente cri­ticato per le sue idee sui Aids e contraccezione», contestano al­tri. L’episodio risale a ieri, ulti­mo giorno di lezioni prima del­le vacanze di Pasqua. Aria di fe­sta, in via Linneo, finestre aper­te e voglia di uscire. Allo scocca­re della seconda ora, la redazio­ne dell’«Urlo» consegna la sua ultima pubblicazione, raccoglie commenti e osservazioni. Ma nel giro di qualche minuto arri­va il contrordine: «La preside ci ha censurato».

Ritiro immediato del giorna­letto. Non senza una spiegazio­ne. In tutte le aule — mentre i bidelli strappano la copertina del giornalino per poi ridistri­buirla — la dirigente invia una circolare rivolta a tutti e 890 gli iscritti. «Quella vignetta — pun­tualizza — era di pessimo gu­sto. La nostra è una scuola plu­ralista, ma non per questo è le­cito produrre immagini lesive della persona, chiunque essa sia. A maggior ragione se è un capo di stato o un capo religio­so». La lettera prosegue: «È do­veroso avere menti pensanti». Infine una chiosa sullo strappo alla prima pagina: «Non è possi­bile pubblicare una vignetta del genere. Ci sono gli estremi per una denuncia». Gelo sulla comunità studen­tesca. I redattori si guardano preoccupati, «sono dispiaciuti per aver scatenato un problema all’interno dell’istituto», dice un liceale. La mattinata scorre veloce, ma la discussione sul giornalino prosegue anche do­po l’ultima campanella. A porte chiuse. Da una parte la dirigen­te, «delusa». Dall’altra i redatto­ri e i rappresentanti di istituto. Toni pacati, ma la preside insi­ste: «Il confronto deve esserci, ma senza mai perdere il buon gusto».

Replica degli studenti: «Volevamo aprire un dibattito sui temi sollevati dal papa du­rante il suo ultimo viaggio in Africa, sul suo no al preservati­vo». Risposta: «Ma non si fa con queste armi. E non è un ca­so che io abbia fatto sparire la vignetta, non i vostri contenu­ti». Un lungo chiarimento. E una lezione per i giovani redattori dell’«Urlo». Ci siamo lasciati be­ne, racconta la dirigente: «Mi hanno assicurato che al ritorno dalle vacanze si scuseranno con la comunità scolastica. Ho suggerito loro, inoltre, di fare una ricerca iconografica sugli argomenti sollevati dalla loro inchiesta. Sicuramente hanno gli strumenti per fare un buon lavoro»

Da Corriere.it

3 commenti:

cri ha detto...

Che vergogna... Che ipocrisia...

Ru ha detto...

Io invece trovo la motivazione che ha dato la preside interessante e motivata.
Almeno da quanto dice l'articolo, non ha eliminato il loro articolo, ma solo la vginetta...e non mi sembra sbagliato, volendo.
Si al dibattito, no alla libera offesa! Si èuò essere più taglienti con le parole senza cadere nel volgare-banale, no?

Kino ha detto...

Per come è scritto l'articolo in effetti pare che nemmeno gli studenti se la siano "presa molto". Forse la vignetta era esagerata, o forse poi la preside ha fatto valere le sue ragioni in modo davvero convincente. E l'aver eliminato solo la vignetta da forse molta più pubblicità e possibilità di dibattito che altro.
Bisognerebbe sentire la voce di uno studente "censurato" magari, ma ripeto, dall'articolo non sembra essere nato nessuno scandalo o protesta.