giovedì 15 novembre 2007

Muore il pilota di Enola Gay

All'inizio del mese (1° novembre) è morto Paul Tibbets. L'uomo che ai comadi del B-29 Superfortress "Enola Gay" sganciò "Little Boy", l'atomica da 4,2 tonnellate che gli Usa avevano realizzato con il Progetto Manhattan


Ha difeso fino all'ultimo la missione che cambiò la storia del mondo e che ha segnato per sempre la sua vita. Ma per non dare ai contestatori la soddisfazione di avere una tomba su cui protestare, ha lasciato detto di farsi cremare e di spargere le ceneri sulla Manica. Paul Tibbets è morto il primo novembre negli Usa a 92 anni, oltre 60 anni dopo aver pilotato "Enola Gay" su Hiroshima per sganciare la prima bomba atomica nella storia. ''La notte dormo tranquillo", ha sempre assicurato Tibbets a chi lo intervistava, pur ammettendo di "non essere orgoglioso di aver ucciso 80 mila persone''. Era invece orgoglioso di aver messo insieme dal niente l'equipaggio della missione segreta e di aver eseguito ''alla perfezione'' il compito che gli era stato affidato. L'attacco nucleare che portò il Giappone alla resa, secondo Tibbets fu una tragica necessità: ''Eravamo in guerra e in quelle circostanze devi usare tutto ciò che hai a disposizione'', ha ribadito ogni volta a chi andava a intervistarlo nella sua casa di pensionato a Columbus, in Ohio. Con la morte di Tibbets, sopravvivono ora solo due dei 12 militari che la mattina del 6 agosto 1945 si trovavano a bordo del B-29 Superfortress, battezzato "Enola Gay" (dal nome della madre di Tibbets), che sganciò "Little Boy", la bomba atomica da 4,2 tonnellate che gli Usa avevano realizzato in segreto come risultato del Progetto Manhattan. La vita di Tibbets aveva avuto la svolta decisiva nel settembre 1944, quando gli fu rivelata l'esistenza del "Manhattan Project" e gli fu ordinato di mettersi al comando di un'unità del 509/o Gruppo che avrebbe avuto il compito di eseguire l'attacco atomico. Al colonnello fu detto che il requisito principale sarebbe stata la segretezza e che avrebbe dovuto decidere da solo tutti i passi da fare. ''Da ora in poi - disse a Tibbets un suo superiore - lei è solo. Nessuno sa che cosa ordinarle, deve decidere da solo cosa le serve. Lei chieda e le sarà dato. Usi la parola in codice 'Silverplate', e ogni sua richiesta sarà esaudita". Tibbets si fece consegnare 15 bombardieri B-29 nuovi di zecca e li fece trasformare in modo da eseguire la missione. Con essi, per mesi si esercitò con l'equipaggio a sganciare la bomba, lavorando in stretto rapporto - e nel massimo segreto - con gli scienziati di Los Alamos. Quando la missione divenne imminente, il team si trasferì sull'isola Tinian, nelle Marianne, dove il 5 agosto 1945 arrivò l'ordine del presidente Harry Truman di lanciare la bomba. Nei decenni successivi, Tibbets era stato al centro di molte controversie e di attacchi da parte di chi continua a contestare la necessità dell'uso dell'atomica da parte degli Usa per chiudere la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1976 Tibbets organizzò uno show nel quale, con un B-29, rimise in scena in Texas lo sgancio della bomba: gli Usa furono costretti a scusarsi con il governo giapponese, dopo violente proteste. Nel 1995, l'ex colonnello fu coinvolto nelle polemiche per il progetto del museo Smithsonian di esporre l'Enola Gay in occasione del 50esimo anniversario del bombardamento. Pacifisti e veterani di guerra diedero vita a manifestazioni di protesta contro le quali Tibbets si ribellò, definendole ''un enorme insulto". Dopo aver lasciato il Pentagono nel 1966 con il grado di generale, Tibbets si era dedicato a pilotare jet lussuosi prima a Ginevra, poi in Ohio. Ha lasciato detto di non celebrare funerali e di non seppellirlo in una tomba, che temeva diventasse luogo di protesta per i pacifisti. Tibbets ha invece chiesto di essere cremato e di spargere le ceneri sul tratto di mare dove amava di più volare, la Manica.

via newton.corriere.it

3 commenti:

Marco ha detto...

Secondo me ha fatto bene a pensare di non farsi seppellire, sarebbe stato un luogo poco salubre dato quello che ci avrebbero fatto sopra... cmq "và bene" essere l'uomo del momento che salva la situazione. Ma gli altri 60 anni da stronzo privo di tatto li poteva anche risparmiare...

Anonimo ha detto...

eheh ... mi viene solo da dire... certa gente muore misurandoselo

sergio

Marco ha detto...

ahahahahah