mercoledì 28 novembre 2007

Immigrati qui è l'inferno, non venite...

Spot svizzero: immigrati
qui è l'inferno, non venite



Realizzato con fondi Ue

MARCO ZATTERIN, CORRISPONDENTE DA BRUXELLES

Papà, sono Christian, va tutto bene». Il giovane africano parla da una cabina telefonica di un non meglio identificato Paese europeo. Sotto una pioggia battente racconta al genitore la sua nuova vita: ha fatto un buon viaggio, è ospitato da amici e studia all'università. Tutto falso. Mentre telefona, sul piccolo schermo la verità viene smentita da immagini rapide e violente che raccontano l'esatto contrario. E' un clandestino, protagonista di un drammatico sbarco, passa da un centro di detenzione, campa di elemosine, è braccato dalla polizia. Il sogno occidentale per lui è un incubo e il messaggio è chiaro: non ci venite, non credete a chi vende miraggi, qui è dura da morire, statevene a casa.

Un video duro. Crudo, senza fronzoli. E' lo spot realizzato dall'Oim, Organizzazione internazionale delle migrazioni, per scoraggiare i flussi illegali attraverso il Mediterraneo e sfatare il mito di un’Europa del Bengodi. Propone l'esatto contrario del volto tollerante e solidale con cui l'Ue ama presentarsi ai simposi internazionali. Lo hanno realizzato in Svizzera con il contributo della Commissione di Bruxelles, fondi stanziati sotto il patrocinio del vicepresidente Frattini, titolare del portafoglio Immigrazione. Circola in Africa Occidentale e a parecchi è andato per traverso. Perché può anche passare che i viaggi della speranza possono condurre all'inferno. Ma vendere l'Europa come un luogo di disagi e sofferenze non è piaciuto a molti, se non alla destra e ai leghisti.

Spiega da Ginevra il portavoce dell'Oim, Jemini Pandya, che lo spot fa vedere come, certe volte, i clandestini mentono alle famiglie sulle loro reali condizioni di vita, cosa che «può spingere altri a seguire la loro strada». Gli pare più opportuno non dare illusioni e rappresentare le cose come sono veramente. «Bisogna informare sui pericoli dell'immigrazione clandestina - dice -, scoraggiare il fenomeno e indicare le alternative legali». Anche se i soldi sono della Commissione Ue? Il portavoce di Frattini minimizza. Puntualizza che il finanziamento europeo all'Oim è stato concesso nell'ambito dell'iniziativa «Dialogo tra Ue e Maghreb» selezionata dal progetto Enea tre anni fa. Bruxelles ha versato 1,5 milioni di euro su un periodo di 36 mesi e «la sua responsabilità finisce qui». Per i messaggi contenuti nella campagna, sostiene, bisogna chiedere lumi agli altri eventuali co-finanziatori, tra cui il governo elvetico e la Spagna.

6 commenti:

Marco ha detto...

Possono raccontarla un po' come vogliono..,. l'immagine comunque è xenofobia allo stato puro

aLe ha detto...

non c'è forse un fondo di verità?
cerchiamo di essere obiettivi, da una parte hai ragione, ma dall'altra non si può negare che i clandestini conducano una vita che di roseo non ha proprio nulla..ti pare corretto illudere certe persone?
poi ci si meraviglia se la criminalità straniera dilaga...mettiti nei panni di un immigrato clandestino: come puoi riuscire a campare legalmente se non in quel modo? eppure credevi di poter vivere in condizioni migliori rispetto a quelle che ti offriva il tuo paese..

cri ha detto...

Non credo che uno spot farà cambiare idea alle masse di disperati. E pensiamo che quelli davvero messi peggio non riescono neanche a tirar su i soldi per il viaggio.. Svizzera paese ricco, che cerca di mantenere sempre più a lungo i propri privilegi...

Anonimo ha detto...

mah alla fine bisogna pensare alla xenofobia della media popolazione europea, che varia da aree a aree ok ma non va sottovalutata. non in tutte le situazioni è possibile l'integrazione e se qusta non avviene è l'inferno. sarebbe giusto che l'integrazione fosse possibile, ma nei fatti...
quel filmato in quanto tentativo di disillusione, di questi tempi, si può ritenere prezioso.
perchè viviamo davvero in un italia e forse europa e altro di bei discorsi codardia illusioni e prese nel culo.
sergio

Marco ha detto...

Secondo me quelli che si stà cercando di convincere non sono gli immigrati, ma siamo noi. Avete visto che bella casetta ha il padre del filmato? La verità è molte volte, purtroppo anche il poco che offriamo noi, anche in regime di xenofobia è meglio che vivere in un paese dove non solo tu muori di fame, ma anche tutti quelli intorno a te...

Anonimo ha detto...

beh il problema è anche il ritrovarsi ad essere uno straniero. ma straniero tanto.
i paesi occidentali hanno si dei debiti e dei doveri, cui dovrebbero assolvere risolvendo alla radice il problema che spinge gli emigranti a lasciare casa.
già andare sparare delle bombe in meno e lasciare a tutti gli stati la possibilità di entrare in modo concorrenziale nell'economia globale sarebbe un inizio. il primo problema è politico e consiste in una continua repressione dell'economia di alcuni Paesi
sergio