venerdì 5 ottobre 2007

Quando passato e presente si incontrano

Captcha: un aiuto alla cultura!

Un tool utilizzato per combattere lo spam aiuterà presto i ricercatori universitari a preservare dall’usura antichi testi e manoscritti. Molti siti web, come tutti noi sappiamo, utilizzano dei test automatici che chiedono all’utente, data una parola scritta in modo distorto o sfocato, di riscriverla in un campo di testo. Un “test” che serve principalmente per dare sicurezza al sito Web che colui che si sta iscrivendo a un determinato servizio o che sta facendo il login sia effettivamente una persona “umana” e non un sistema automatizzato. Ebbene, non tutti lo sanno ma questo test, chiamato Captcha, ovvero

"Completely Automated Turing Test To Tell Computers and Humans Apart"

, è stato creato in origine dai ricercatori della Carnegie Mellon University per aiutare i computer a decifrare parole che i sistemi elettronici non possono leggere e permettendo ai diversi siti di utilizzarlo per combattere lo spam. Vediamo un po’ meglio in che modo.

Il lavoro dei ricercatori è quello di digitalizzare libri antichi e manoscritti (in modo da renderli “eterni”). Gli strumenti a disposizione sono il personale e il supporto di un’associazione no-profit, la “Internet Archive”, e un potente software Ocr (che esamina le pagine scannerizzate e le tramuta in testo). Purtroppo, però, il sistema Ocr non riconosce un decimo delle parole a causa della cattiva qualità dei documenti originali. Ecco che entra in scena il Captcha: le parole che il computer non riconosce vengono automaticamente distribuite nei siti affiliati in tutto il mondo - che li utilizzano come abbiamo visto per far autenticare le persone - che aderiscono al programma chiamato reCaptchas.

L’utente, quindi, registrandosi a un servizio pensa di riscrivere una parola apparentemente senza senso, ma in realtà sta aiutando i ricercatori a preservare antichi libri. Ovviamente, per evitare errori, ogni stringa di testo è sottoposta a due utenti: se le risposte sono uguali, allora la traduzione sarà accettata. I Captcha non sono molto popolari tra gli utenti internet: per molti sono una perdita di tempo e spesso sono difficili da decifrare. La prossima volta che vi imbattete in un Captcha, allora, non sbuffate: magari state aiutando la digitalizzazione di un testo del Trecento!!


Via Geekissimo


Cioè...pensate se blogger fosse davvero partner di questa iniziativa! Solo con il nostro blog e le nostre visite potremmo aver tradotto qualche pagina di documenti antichissimi! Orgoglio AmiciTuoi! :D


P.S.: Marco, Lucky, vi ricorda nulla il test di Turing (citato nella spiegazione dell'acronimo Captcha) ? :P

aLe

2 commenti:

Marco ha detto...

L'ho cercato... il test di Turing... cmq bella la notizia, la prenderò meglio se mi capiterà. P.s. se si esce stasera ditemelo, io sono a lavoro con la macchina....

Ru ha detto...

Bella notizia, interessante, ma sopratutto non lo sapevo! :D

Viva la culturizzazione attraverso il nostro blog! yeah! :)