mercoledì 25 febbraio 2009

Intervista "datata", ma mai come oggi attuale..

In una recente intervista, Carlo Rubbia ( premio Nobel per la fisica ) ha dichiarato:

“Il petrolio e gli altri combustibili fossili sono in via di esaurimento, ma anche l’uranio è destinato a scarseggiare entro 35-40 anni. Non possiamo continuare perciò a elaborare piani energetici sulla base di previsioni sbagliate che rischiano di portarci fuori strada. Dobbiamo sviluppare la più importante fonte energetica che la natura mette da sempre a nostra disposizione, senza limiti, a costo zero: e cioè il sole che ogni giorno illumina e riscalda la terra”.

" Quando è stato costruito l’ultimo reattore in America? Nel 1979, trent’anni fa! Quanto conta il nucleare nella produzione energetica francese? Circa il 20 per cento. Ma i costi altissimi dei loro 59 reattori sono stati sostenuti di fatto dallo Stato per mantenere l’arsenale atomico. Ricordiamoci che per costruire una centrale nucleare occorrono 8-10 anni di lavoro che la tecnologia proposta si basa su un combustibile, l’uranio appunto, di durata limitata. Poi resta, in tutto il mondo, il problema delle scorie”.

Non esiste un nucleare sicuro. O a bassa produzione di scorie. Esiste un calcolo delle probabilità, per cui ogni cento anni un incidente nucleare è possibile: e questo evidentemente aumenta con il numero delle centrali."

" Il carbone è la fonte energetica più inquinante, più pericolosa per la salute dell’umanità. Ma non si risolve il problema nascondendo l’anidride carbonica sotto terra. In realtà nessuno dice quanto tempo debba restare, eppure la CO2 dura in media fino a 30 mila anni, contro i 22 mila del plutonio. No, il ritorno al carbone sarebbe drammatico, disastroso”.

“C'è un impianto per la produzione di energia solare, costruito nel deserto del Nevada su progetto spagnolo. Costa 200 milioni di dollari, produce 64 megawatt e per realizzarlo occorrono solo 18 mesi. Con 20 impianti di questo genere, si produce un terzo dell’elettricità di una centrale nucleare da un gigawatt. E i costi, oggi ancora elevati, si potranno ridurre considerevolmente quando verranno costruiti in gran quantità. Basti pensare che un ipotetico quadrato di specchi, lungo 200 chilometri per ogni lato, potrebbe produrre tutta l’energia necessaria all’intero pianeta. E un’area di queste dimensioni equivale appena allo 0,1 per cento delle zone desertiche del cosiddetto sun-belt. Per rifornire di elettricità un terzo dell’Italia, un’area equivalente a 15 centrali nucleari da un gigawatt, basterebbe un anello solare grande come il raccordo di Roma”.

"I nuovi impianti solari termodinamici a concentrazione catturano l’energia e la trattengono in speciali contenitori fino a quando serve. Poi, attraverso uno scambiatore di calore, si produce il vapore che muove le turbine. Né più né meno come una diga che, negli impianti idroelettrici, ferma l’acqua e al momento opportuno la rilascia per alimentare la corrente”.

Se è così semplice, perché allora non si fa?

“Il sole non è soggetto ai monopoli. E non paga la bolletta. Mi creda questa è una grande opportunità per il nostro Paese: se non lo faremo noi, molto presto lo faranno gli americani, com’è accaduto del resto per il computer vent’anni fa”. (30 marzo 2008)

5 commenti:

Ru ha detto...

Articolo interessante. C'è qualcuno che sa spiegarmi la frase finale sui computer? Cos'è, noi siamo arrivati prima degli americani in fatto di computer, ma eravamo più indietro tecnologicamente?

aLe ha detto...

Sono convinto che la cazzata sia stata fatta dagli italiani quando con il referendum hanno espresso il loro NO al nucleare "perché pericoloso"...agli effetti cosa cambia avere una centrale nucleare entro i nostri confini o averla sul confine, sponda francese? Gli effetti di Chernobyl si sono sentiti a grande distanza, chilometro più chilometro meno non cambia molto. Se non altro i costi iniziali d'impianto e i costi di manutenzione e gestione sarebbero stati inferiori a quelli che dobbiamo invece pagare ai nostri cari vicini di casa per comprare la loro energia.
Il problema ora è da risolvere - come giustamente afferma Rubbia - alla radice, cioè lavorando su quelle che sono considerate fonti alternative e che per forza di cose nel futuro saranno La Fonte Di Energia...ma il gioco di interessi che c'è nel mercato dell'energia non è indifferente, quindi immagino che potremo scordarci l'impiego di certe tecnologie nel futuro più prossimo. Così come sono state affossate le celle a combustibile per l'alimentazione delle auto..

cri ha detto...

Il referendum non è stata una cazzata, ma un'idea progressista, purtroppo isolata. Se anche gli altri paese ci avessero seguito, non staremmo qui a parlarne...

aLe ha detto...

però alla fine siamo stati e siamo tuttora i coglioni che comprano energia dagli altri, quando potevamo farcela da soli spendendo leggermente di meno e avendo gli stessi rischi! cioè se avessero fatto tutti come l'italia allora d'accordo, ma così non è stato...

cri ha detto...

Ma capisci, nessuno poteva saperlo...