venerdì 5 dicembre 2008

La Cei contro il governo: pronti a mobilitarci contro i tagli a scuole cattoliche

Per un atimo mi sono preoccupato: "vuoi vedere che oggi non si parlerà di chiesa?!?!?"
No no, non preoccupatevi, anche oggi hanno detto la loro. Eccola.

ROMA - I nuovi tagli agli istituti scolastici paritari, previsti dalla finanziaria del governo Berlusconi, aprono una «crisi» e presto «le federazioni delle scuole cattoliche si mobiliteranno in tutto il Paese» ha affermato monsignor Bruno Stenco, direttore dell'Ufficio nazionale della Cei (la Conferenza episcopale italiana) per l'educazione.

In questa situazione di tagli alla scuola paritaria - ha spiegato monsignor Stenco - «non si tratta di restituzione: a questo punto si è aperta una crisi molto più profonda e le federazioni delle scuole cattoliche presto si mobiliteranno in tutto il Paese». Secondo monsignor Stenco «qui si vuole la scuola statale e la scuola commerciale, lo stato e il mercato ma non il privato sociale che rappresentiamo noi (cos'è il privato/sociale?) e che fa la scuola non per interesse privato, ma per interessi pubblici». «Tra stato e mercato - si è chiesto l'alto prelato - perchè colpire proprio il privato sociale?» (chi doveva colpire, lo stato?!?!?!). «Non è il taglio da 130 milioni di euro di adesso che fa scoppiare la scuola cattolica (no, non è quello....). Il punto è che sono dieci anni che il finanziamento si è inceppato. Può una scuola parrocchiale, ad esempio, permettersi ogni anno una passività di 20/25 mila euro? Dopo 10 anni che cosa è divenuta? 250 mila euro. E il contributo dello Stato - ha concluso il direttore dell'ufficio Cei per l'educazione - serve a malapena a pagare gli stipendi» (come nelle "normali" scuole statali).

È un film già visto: si continua a colpire il sistema paritario», ha affermato ancora monsignor Stenco. «Nel 2000 - ha spiegato monsignor Stenco - la legge sulla parità scolastica ha previsto un contributo di 530 milioni di euro per tutto il sistema delle scuole paritarie, mentre la spesa per la scuola statale è di 50 miliardi. Il contributo, dello 0,1%, è quindi già irrisorio». «Nel 2004, - ha proseguito il vescovo - per tre anni consecutivi Tremonti ha tagliato 154 milioni sui 530 di contributo totale, cioè il 33%. La scuola cattolica ha taciuto - ha aggiunto monsignor Stenco - e li abbiamo recuperati anno per anno con emendamenti, con fatica e con ritardi. Ora, però, il ministro ripete la stessa manovra». «La Chiesa adesso - ha concluso monsignor Stenco - deve tirare le sue conseguenze perchè senza contributi le scuole dell'infanzia non vanno avanti e di certo rischiano di chiudere».

Tratto da: Corriere.it

PS: mi sono permesso di aggiugnere alcuni commenti fra parentesi direttamente nel testo, spero non dia troppo fastidio

1 commento:

cri ha detto...

Cazzo, volevo postarlo io!!!

Cari i nostri vescovi, ci danno sempre qualcosa di cui parlare...