venerdì 14 novembre 2008

Donna nuda crocifissa al letto sul poster choc anti-violenza

Il manifesto annuncia la giornata nazionale contro gli stupri

Una (bella) donna distesa e semi-nuda su un letto (di dolore?). A braccia aperte. La scritta poi toglie ogni dubbio: «Chi paga per i peccati dell'uomo?». Evidente, così, il riferimento al crocifisso e al martirio cristiano. È bufera sulla campagna pubblicitaria di Telefono Donna, onlus fondata nel 1992 e insignita dal Comune una decina d'anni fa con tanto di benemerenza civica. La donna crocifissa avrebbe dovuto campeggiare su cinquecento spazi pubblicitari. Testimonial choc (la campagna è dell'agenzia internazionale Arnold WorldWide) in vista della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in calendario per il 25 novembre. Tutto fermo, congelato. Perché da Palazzo Marino le pressioni sono fortissime.

L'assessore al Decoro Urbano, Maurizio Cadeo (An), davanti al rendering dei primi manifestini è sobbalzato. No, quell'immagine non deve passare. Non almeno sugli stalli pubblicitari del Comune. Il messaggio spedito agli uffici che gestiscono la pubblicità del Comune è chiaro: opporsi in ogni modo. «Perché rispondere alla violenza con violenza?», domanda Cadeo. Una questione anche di decoro. La pensa così anche il capogruppo di An, Carlo Fidanza: «Il manifesto strumentalizza il simbolo della cristianità. In una città dove giustamente si sanziona chi viola il decoro pubblico, è giusto opporsi a questo tipo di campagne».

Stefania Bartoccetti, presidente dell'associazione cade dalle nuvole. «I manifesti sono già stati stampati dopo il primo via libera degli uffici comunali. Ora staremo a vedere. Domani (oggi ndr), con l'agenzia che ha curato la campagna, decideremo il da farsi». «A noi non risulta che tutti i permessi siano stati accordati — replica Cadeo —. E comunque, in casi come questi, bisogna distinguere l'iter burocratico dalle responsabilità politico-amministrative». Campagna blasfema? Si difende la Bartoccetti: «Io sono cattolica praticante. La crocifissione vuole solo essere l'immagine della sofferenza estrema». Da Salemi si fa vivo anche l'ex assessore Sgarbi: «Quella di Milano è un'amministrazione che dovrebbe dimettersi, invece di continuare a menarla con queste stupidaggini». E i poster? «Sono pronto a ospitarli a Salemi ».
Andrea Senesi

6 commenti:

Kino ha detto...

Quanta ipocrisia....non mi sembra così "violento" il manifesto da giustificarne una discussione sull'ammissibilità o meno.
Speriamo che non li blocchino....

Ru ha detto...

Sta volta Sgarbi a ragione! E' ridicolo discutere su queste cose!

cri ha detto...

Mi fai venire l'orticaria!!! Ha con l'accaaaaaaaaa!!!!!!!!!!!!!

aLe ha detto...

nono ru, non si fa mica così....=PPP

Anonimo ha detto...

L'iniziativa mi sembra lodevolissima e senza tempo, tant'è vero che nel 2000 ho realizzato la campagna di sensibilizzazione basata sullo stesso concetto.
Allora era stata pubblicata su molti media ed ha partecipato ufficialmente al Second International Festival of Public Service Communication, promosso da Pubblicità Progresso con la collaborazione di Università Bocconi, proprio a Milano.
La pubblicità era questa http://www.glamouravenue.com/Pubbl.Progresso.jpg
Mi sembra un oltraggio alle donne, oltre che all'arte, censurare un'immagine come quella attuale, del bravo Rosfer.
Preciso che nella mia immagine, qui purtroppo in bassa risoluzione, i seni ed il pube erano coperti da nastro nero, a metafora di ulteriore negazione della femminilità.
Quanto alla presunta "crocefissione" della modella, mi sembra ridicolo ridurre ad un contesto religioso una posa. Non dimentichiamo che la crocefissione è stata una delle più usate forme di messa a morte con sofferenza della persona condannata e che, quindi, deve essere disgiunta dalla sfera religiosa.
Se poi qualcuno vuole vederci comunque anche Nostro Signore Gesù, buon pro ne venga; il suo sacrificio sarà servito a farci ulteriormente riflettere.

cri ha detto...

Caro Giovanni, purtroppo in questa città (anche se molti non se ne rendono conto) stiamo sempre più regredendo... Da capitale economica d'Italia, a capitale bigotta d'Italia...