mercoledì 4 giugno 2008

Il centesimo? Ne costa ben tre

Produrre una monetina da 1 centesimo costa esattamente 2,5 centesimi più Iva (20%) e quindi, per coniare la moneta meno usata e più odiata dagli italiani si spendono praticamente 3 centesimi. E' quanto è stato accertato dagli esperti che hanno attribuito l'elevato costo di questa moneta ai metalli (alcuni dei quali preziosi) che la compongono. Intanto il Codacons sostiene che il 90% degli italiani vorrebbe eliminare gli spiccioli.

Il famigerato centesimo ha l'anima d'acciaio e l'esterno ricoperto di rame, un metallo considerato prezioso che però alla fine dei conti rende questa monetina antieconomica. Molti esperti sostengono però che sia abbastanza nornale che gli spiccioli costino più di quello che valgono. Il loro scopo è quello di utilità nel mercato monetario, servono infatti per comporre le cifre in maniera esatta, al centesimo di euro. Inoltre si usurano pochissimo al contrario delle banconote e la loro vita è praticamente infinita, si usano migliaia di volte e dunque si ripagano ampiamente.

Il dibattito dunque è aperto e, Italia a parte, in Europa sono molti altri i Paesi che vorrebbero mettere al bando gli spiccioli. Finlandia, Germania e Inghilterra stanno tentando, ma senza troppo successo, di limitare l'uso degli spiccioli. Secondo l'associazione dei consumatori Codacons, il 90% degli italiani vorrebbe eliminare i pezzi di valore più basso. A lamentarsi delle monetine sono soprattutto gli anziani; uno su quattro è convinto di ricevere un resto sbagliato e dunque invoca l'introduzione di biglietti di carta al posto delle monete.

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