venerdì 28 marzo 2008

Un po' vecchia ma sempre attuale



NEW YORK - Con i quattro soldati uccisi ieri sera a Baghdad, il numero dei militari americani morti in Iraq ha raggiunto le 4 mila unità, pochi giorni dopo che il presidente degli Stati Uniti George W. Bush aveva commemorato, il 19 marzo, i cinque anni dall'inizio del conflitto, affermandosi ancora una volta convinto che gli Usa stanno vincendo la partita. Bush aveva riconosciuto "gli elevati costi in termini di vite umane" delle operazioni in Iraq, dove però il bilancio - con una media di 800 morti l'anno - rimane decisamente più basso rispetto ai conflitti precedenti.

Quelli americani in Iraq sono volentieri definiti morti invisibili o quasi, visto che le operazioni di rimpatrio delle salme avvengono quasi sempre con grandissima discrezione.
Fino a pochi mesi or sono era addirittura proibito fotografare le salme avvolte nella bandiera a stelle e strisce all'interno degli aerei da trasporto militare, come i C130. Ora si può (i media l'hanno spuntata grazie al primo emendamento della costituzione Usa, quello sulla libertà di espressione) ma le foto rimangono molto rare alla base militare di Dover, nel Delaware, dove le salme continuano a giungere sul suolo americano dall'Iraq. E' vero che articoli sui militari morti in Iraq continuano a riempire la stampa americana. Ma si tratta soprattutto delle pagine locali dei grandi quotidiani e di quelle dei media regionali: ne parlano quando la vittima viveva (o era nata) nella città in questione. Decisamente molto più numerose di quelle militari americane sono le vittime civili irachene: spesso invisibili anch'esse, sono soprattutto morti dimenticati, visto che nessuno ne ha tenuto il macabro catalogo, e le stime oscillano tra 82mila e oltre un milione di vittime.


E' molto elevato il numero dei feriti: ufficialmente appena meno di 30 mila, ma secondo alcune stime circa 100 mila: molti di loro sarebbero morti nei conflitti precedenti, e devono la vita ai progressi compiuti dalla medicina. Nelle precedenti guerre combattute dagli Stati Uniti, il numero delle vittime era stato decisamente superiore. Nella guerra di Corea, tra il 1950 e il 1953, le vittime Usa sono state 12.300 l'anno in media, in quella del Vietnam (1963-'75), una media di 4.850 l'anno.

In base ai calcoli di Usa Today, il più diffuso quotidiano degli Stati Uniti, il 98% delle vittime sono uomini (contro il 99,9% in Vietnam), tre quarti dei quali bianchi non ispanici di una età media di 21 anni. In Vietnam la percentuale era del 86% e l'età media di 20 anni. Il 52% delle vittime è morto ucciso da una bomba, il 16% da un'arma da fuoco. Il giorno più letale è stato il 26 gennaio 2005, quando un elicottero si è schiantato al suolo, uccidendo 31 militari. Lo stesso giorno sei altri militari sono morti combattendo. Il mese più cruento è stato novembre 2004, con 147 vittime in tutto.
2008-03-24, da Ansa.it

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