mercoledì 30 gennaio 2008

Farmaci generici? Equivalenti!


Da alcune settimane è presente in farmacia un opuscolo molto interessante che spiega, in modo semplice, cosa sono i farmaci generici - equivalenti e perché convenga comprarli. Questi farmaci infatti, detti in passato generici, con un aggettivo poco adeguato, dal 2005 sono chiamati in modo più appropriato farmaci equivalenti, secondo la nuova dicitura voluta dall'Agenzia italiana del farmaco (AIFA).

Da un recente sondaggio, si evince che circa il 70% della popolazione nel 2007 abbia fatto uso di farmaci equivalenti, mentre il restante 30% non ne ha fatto uso perché crede non abbiano gli stessi effetti. Questi farmaci hanno lo stesso principio attivo dei corrispettivi farmaci di marca ma, nonostante diversi interventi di sensibilizzazione e di informazione rivolti al pubblico, sono tuttora oggetto di false credenze.



Tanto per fare un quadro della situazione eccovi alcune informazioni:
I farmaci equivalenti e i corrispettivi farmaci di marca hanno uguale composizione per principio attivo, uguale forma farmaceutica, via di somministrazione, modalità di rilascio, uguale numero di unità posologiche - cioè per esempio, quando il farmaco è somministrato sotto forma di compresse, stesso numero di compresse per confezione - e stessa quantità di principio attivo contenuto in una singola dose, per esempio in una compressa.
E' bene dire che non esistono equivalenti di ogni farmaco per due motivi: il primo è che il brevetto di un farmaco ha una durata di 20 anni e il secondo -peggiore del primo- è che alcune aziende farmaceutiche richiedono certificati complementari di prolungamento (ad esempio per minime modifiche apportate alla stessa molecola scoperta anni prima) con l’effetto pratico di prolungare la durata del brevetto.

I farmaci equivalenti costano meno perchè:
  1. I brevetti dei farmaci in genere durano venti anni.
  2. Le industrie che producono gli equivalenti non devono affrontare le spese per la conduzione delle ricerche sulle molecole nuove
  3. Le industrie che producono gli equivalenti non devono affrontare le spese per la conduzione degli studi clinici di efficacia necessari per l’approvazione e l’immissione in commercio del farmaco, ma devono provare la bio-equivalenza del farmaco all’Agenzia regolatoria (per l’Italia l’AIFA per l’Italia).
  4. Le industrie che producono gli equivalenti devono affrontare spese di promozione inferiori rispetto a quelle sostenute dalle industrie che hanno prodotto il farmaco di marca quando lo hanno immesso sul mercato.
  5. Una volta che il farmaco equivalente viene approvato dall’Agenzia regolatoria competente, si crea una concorrenza che porta all’abbassamento dei prezzi dei farmaci.

Come funziona la prescrizione di un farmaco nel passaggio dal medico al farmacista:

Quando il medico prescrive un farmaco non più coperto da brevetto che ha un prezzo superiore al corrispettivo farmaco equivalente, può apporre sulla ricetta un’indicazione secondo la quale il farmacista non può sostituire il farmaco prescritto. Se il medico scrive sulla ricetta l’indicazione «insostituibile», il farmacista deve consegnare alla persona il farmaco di marca segnato sulla ricetta, e la differenza tra il prezzo più basso (dell’equivalente) e il prezzo del farmaco di marca prescritto dal medico è a carico dell'assistito. Se non c’è l'indicazione «insostituibile» sulla ricetta, il farmacista dovrà consegnare alla persona che presenta la ricetta, dopo averla informata, il farmaco equivalente avente il prezzo più basso. Se la persona non accetta la sostituzione proposta dal farmacista, potrà ricevere il farmaco di marca, pagando la differenza con il prezzo del farmaco equivalente.

Dall’opuscolo realizzato in collaborazione con FederFARMACO, illustrazioni a cura di Cristina Kiss, testi di Paola Cimetti e con la consulenza scientifica della professoressa Paola Minghetti

Eccovi qualche assaggio:
  • Quando prendiamo una medicina cos’è che ci cura? Il colore della scatola, il suo nome?
    • Certo che no! La parte che ha la funzione di guarire le malattie si chiama principio attivo […] lo stesso indicato sulla confezione e nel foglietto illustrativo dei farmaci di marca.
  • La differenza tra il farmaco di marca e il suo equivalente?
    • Dal punto di vista dell’efficacia e della sicurezza, nessuna. […] Per questione di diritti ha un nome diverso, ma ha lo stesso principio attivo, le stesse indicazioni, stesso dosaggio e numero di unità all’interno della confezione. Non essendoci più il brevetto a proteggere la scoperta del farmaco di riferimento gli equivalenti possono permettersi di costare meno.
      Questo avviene perché non ci sono più i costi per la ricerca, che è già stata fatta molti anni prima per mettere il commercio il farmaco di marca.
      Così gli equivalenti arrivano sul mercato con un prezzo che per legge deve essere almeno il 20% inferiore rispetto all’originale corrispondente

by Bioblog.it e Partecipasalute.it (se l'argomento vi interessa vi consiglio di leggere l'eloquente l'articolo)

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