domenica 23 dicembre 2007

Il Nobel Watson, sostiene l'inferiorità dei neri, ma ha Dna africano al 16%


In genere un bianco non ha più dell'1% di geni trasmessi da antenati neri di origine africana, ma nel Dna del prof. James Watson si arriva al 16%. La scoperta è stata fatta perché il controverso genetista - premio Nobel 1962 per il suo ruolo nella scoperta del Dna con Francis Crick e Maurice Wilkins - ha reso di dominio pubblico per il bene della scienza il proprio genoma che è stato così analizzato a fondo dagli esperti della compagnia islandese DeCode Genetics. Per suprema ironia della sorte, il premio Nobel è risultato imparentato in modo molto stretto proprio con la razza che non tiene in grande stima sotto il profilo del quoziente intellettivo. Alla DeCode Genetics non nascondono la loro profonda sorpresa. Tra l'altro il prof. Watson vanta, in aggiunta alle robuste radici africane, un 9% di geni di provenienza asiatica. Lui, paladino della superiorità intellettuale bianca, è insomma un vero e proprio campione ambulante di multirazzialità. Il prof. Watson è diventato una specie di paria nel mondo scientifico anglo-americano dopo aver detto di essere molto pessimista per il futuro dell'Africa in quanto ''tutte le nostre politiche sociali sono basate sul principio che la loro intelligenza è eguale alla nostra quando invece tutti i test dimostrano che non è così''. Lo scorso ottobre, a causa delle dichiarazioni in una intervista al Sunday Times britannico, Watson era stato sospeso dal laboratorio in cui ha lavora per oltre 40 anni, l'istituto di ricerche di Cold Spring Harbor nei pressi di New York. Alla fine di ottobre Watson si è dimesso. Watson, che ha 79 anni, era il numero due del laboratorio di Cold Spring Harbor. ''Sono più vicino agli 80 che ai 79 e a causa dell'età le mie dimissioni erano da tempo dovute. Le circostanze in cui avvengono non sono però quelle che avrei mai previsto o desiderato'', ha detto lo scienziato. Il pioniere del Dna non era nuovo a controversie su politica, sessualità e razza quando si è messo nei guai con l'intervista al Sunday Times. Nel 1997 affermò che una donna avrebbe dovuto avere il diritto di abortire se dalle analisi fosse emersa l'omosessualità del suo bambino. In seguito suggerì un nesso tra colore della pelle e tendenze sessuali, sostenendo che le persone di colore avrebbero una libido più accentuata rispetto ai bianchi. Quindi affermò che la bellezza umana potrebbe essere geneticamente manipolata: ''La gente pensa che sarebbe orribile se facessimo tutte le ragazze belle, io credo invece che sarebbe meraviglioso''. Le dichiarazioni sui neri al Sunday Times sono state la goccia che ha fatto traboccare il vaso.Ora al danno, si è aggiunta anche la beffa delle scoperta delle sue ascendenze africane.

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Newton news

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