Il mais Ogm è più sicuro di quello convenzionale.
L’affermazione si basa sui risultati di uno studio condotto nel 2005 da Tommaso Maggiore, ordinario di Agronomia all’Università di Milano, per conto dell’Inran, l’Istituto per la nutrizione che dipende dal Ministero dell’Agricoltura, che ha messo a confronto due varietà di mais BT (modificati in modo da produrre la tossina Bt del Bacillus thuringensis ad azione insetticida) e due ibridi isogenici convenzionali. Risultati che l’Inran non ha mai reso noti. Ci ha pensato ieri, 13 novembre 2007, a due anni dal loro conseguimento, un folto gruppo di scienziati, riuniti sotto il cappello del SAgRi (acronimo per SAlute, AGRicoltura, Ricerca, sostenuto da varie associazioni), hanno dato vita all’incontro “Liberi con gli OGM”. Non senza sollevare polemiche.
Ma stiamo ai dati. Lo studio aveva tre scopi: valutare l’entità dei danni causati dalla piralide, la presenza del Fusarium (un fungo che produce tossine cancerogene e teratogene), e quantificare la concentrazione delle fumonisine (sostanze dannose per la salute). Per quanto riguarda le rese:
- Il primo ibrido ha reso 110 quintali per ettaro per la varietà convenzionale e 140 per il transgenico; il secondo 111 contro 150. La produttività del mais BT, quindi, è stata superiore del 40 per cento.
- Per quanto riguarda le tossine, il mais BT presentava tra gli 48 e i 60 ppb (parti per bilione o microgrammi per chilo) di fumonisina, mentre il mais tradizionale tra i 6.100 e i 6.300: un contenuto di sostanze dannose cento volte superiore.
Tra l’altro, è stato fatto notare durante l’incontro, in base alla normativa europea in vigore dal primo ottobre (reg. 1126/2007) circa la metà del mais italiano è fuorilegge perché supera la soglia massima prevista di fumonisine.
“Gli Ogm non sono pericolosi né in teoria né in pratica”, ha affermato Edoardo Boncinelli genetista del San Raffaele di Milano anche lui presente all’incontro. “Il dovere dello scienziato è quello di ricercare, quello dello Stato di far sapere”. E la corretta informazione sembra essere l’unico strumento per combattere i pregiudizi: “Nell’Ottocento era molto diffusa la paura che i vaccini ci trasformassero in mucche”, ha concluso lo scienziato. Ancora a favore della ricerca sugli Ogm si è schierato Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri di Milano che, in un videomessaggio, ha dichiarato che “la decisione politica e governativa di proibire la ricerca non è soltanto un attentato alla libertà di ricerca, ma è un regalo alle multinazionali che continueranno ad avere il monopolio. La ricerca pubblica sarebbe l’unica garanzia affinché tutti possano beneficiare dei suoi risultati”. Ebbene, in questo caso si tratta proprio di dati ottenuti con soldi pubblici.
Via Galileonet.it
L’affermazione si basa sui risultati di uno studio condotto nel 2005 da Tommaso Maggiore, ordinario di Agronomia all’Università di Milano, per conto dell’Inran, l’Istituto per la nutrizione che dipende dal Ministero dell’Agricoltura, che ha messo a confronto due varietà di mais BT (modificati in modo da produrre la tossina Bt del Bacillus thuringensis ad azione insetticida) e due ibridi isogenici convenzionali. Risultati che l’Inran non ha mai reso noti. Ci ha pensato ieri, 13 novembre 2007, a due anni dal loro conseguimento, un folto gruppo di scienziati, riuniti sotto il cappello del SAgRi (acronimo per SAlute, AGRicoltura, Ricerca, sostenuto da varie associazioni), hanno dato vita all’incontro “Liberi con gli OGM”. Non senza sollevare polemiche.
Ma stiamo ai dati. Lo studio aveva tre scopi: valutare l’entità dei danni causati dalla piralide, la presenza del Fusarium (un fungo che produce tossine cancerogene e teratogene), e quantificare la concentrazione delle fumonisine (sostanze dannose per la salute). Per quanto riguarda le rese:
- Il primo ibrido ha reso 110 quintali per ettaro per la varietà convenzionale e 140 per il transgenico; il secondo 111 contro 150. La produttività del mais BT, quindi, è stata superiore del 40 per cento.
- Per quanto riguarda le tossine, il mais BT presentava tra gli 48 e i 60 ppb (parti per bilione o microgrammi per chilo) di fumonisina, mentre il mais tradizionale tra i 6.100 e i 6.300: un contenuto di sostanze dannose cento volte superiore.
Tra l’altro, è stato fatto notare durante l’incontro, in base alla normativa europea in vigore dal primo ottobre (reg. 1126/2007) circa la metà del mais italiano è fuorilegge perché supera la soglia massima prevista di fumonisine.
“Gli Ogm non sono pericolosi né in teoria né in pratica”, ha affermato Edoardo Boncinelli genetista del San Raffaele di Milano anche lui presente all’incontro. “Il dovere dello scienziato è quello di ricercare, quello dello Stato di far sapere”. E la corretta informazione sembra essere l’unico strumento per combattere i pregiudizi: “Nell’Ottocento era molto diffusa la paura che i vaccini ci trasformassero in mucche”, ha concluso lo scienziato. Ancora a favore della ricerca sugli Ogm si è schierato Silvio Garattini dell’Istituto Mario Negri di Milano che, in un videomessaggio, ha dichiarato che “la decisione politica e governativa di proibire la ricerca non è soltanto un attentato alla libertà di ricerca, ma è un regalo alle multinazionali che continueranno ad avere il monopolio. La ricerca pubblica sarebbe l’unica garanzia affinché tutti possano beneficiare dei suoi risultati”. Ebbene, in questo caso si tratta proprio di dati ottenuti con soldi pubblici.
Via Galileonet.it
3 commenti:
Sono contento! poveri ogm dovremmo piantarla con questo ostracismo. e osservare con attenzione. i conservanti alimentari sono stati ad esempio uno dei piu grandi progressi per la vita umana (la sua durata in particolare) e oggi li demonizzano. poi ok, oggi abbiamo a disposizione altre tecnologie e possiamo evitarli, ma sono meglio dei parassiti da cui ci preservano. pensate una volta ho mangiato un chilo di pere di agricoltura biologica e 7 giorni dopo mi è uscita da non dico dove una strana creatura che si esprimeva con uno strano linguaggio.
poi c'è ancora la gente che va a dire ai genetisti che giocano a fare Dio. insomma se la prendano con chi gioca a fare il demonio...
Sergio
come ben sai c'è e sempre ci sarà qualcuno che si oppone alle innovazioni..personalmente sono favorevolissimo, tuttavia credo sia il caso di affiancare alla loro commercializzazione uno studio delle conseguenze che possono avere sul consumatore, cioè noi...anche se non siamo ancora arrivati a certi livelli di comprensione della genetica! come dici giustamente i conservanti alimentari sono stati (e sono) utilissimi ed ora vengono demonizzati proprio a causa delle scoperte dovute alla ricerca ;)
La ricerca và lasciata in pace.. quando lo capiranno??
cmq sugli ogm non saprei davvero esprimermi.. ad esser sincero nutro ancora qualche riserva, ma d'altro canto bisogna pensare che in Italia si coltiva grano ogm dagli anni 80'.. ed ad oggi non gli è stato imputato alcun effetto dannoso. Unico enorme difetto è quello dell'infertilità indotta alle semenze prodotte come madre natura vorrebbe, per preservare il brevetto di qualche ditta.
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