martedì 30 ottobre 2007

Due notizie

Obiezione di coscienza per i farmacisti

«Non si può tacere sulle molecole che cancellano la vita di una persona o evitano l'annidamento dell'embrione»

CITTÀ DEL VATICANO - Anche i farmacisti hanno un «diritto riconosciuto» all'obiezione di coscienza nella fornitura di medicine «che abbiano scopi chiaramente immorali, come per esempio l'aborto e l'eutanasia». Lo ha indicato Benedetto XVI, chiedendo che i farmacisti, importanti «intermediari tra i medici e i pazienti, facciano conoscere le implicazioni etiche dell'uso di alcuni farmaci. In questo campo», afferma il Papa, «non è possibile anestetizzare le coscienze sugli effetti di molecole che hanno lo scopo di evitare l'annidamento di un embrione o di cancellare la vita di una persona. L'essere umano deve essere sempre al centro delle scelte biomediche, e queste sono al servizio dell'uomo. Se ciò non fosse, sarebbero fredde e inumane».

CONGRESSO FARMACISTI CATTOLICI - Joseph Ratzinger lo ha detto nell'udienza concessa ai partecipanti al congresso internazionale dei farmacisti cattolici, rimarcando che «il farmacista deve invitare ciascuno a un sussulto di umanità, perché ogni essere sia protetto dal concepimento fino alla morte naturale e perché i farmaci svolgano davvero il proprio ruolo terapeutico. Qualsiasi ricerca o sperimentazione deve avere come prospettiva un eventuale miglioramento del benessere della persona, e non solo la ricerca di avanzamenti scientifici. Il perseguimento di un bene per l'umanità non può essere fatto a detrimento del bene delle persone trattate».
ACCESSO PER TUTTI AI FARMACI - Il pontefice ha anche chiesto che «le differenti strutture farmaceutiche, dai laboratori ai centri ospedalieri alle industrie abbiano la preoccupazione della solidarietà nel campo terapeutico, per permettere un accesso alle cure e ai medicinali di prima necessità a tutti gli strati della popolazione e in tutti i Paesi, soprattutto alle persone più povere».

FEDERFARMA: SERVE MODIFICA LEGGE - Pronta la risposta di Federfarma all'invito del Papa all'obiezione da parte dei farmacisti. «Non possiamo fare gli obiettori di coscienza senza una modifica della legge», ha commentato Franco Caprino, segretario nazionale di Federfarma, l'associazione che riunisce le 16 mila farmacie italiane. «I farmacisti sono costretti, dietro prescrizione medica, a consegnare il farmaco o a procurarlo, se non disponibile, nel più breve tempo possibile. Se non si modifica l'articolo 38 del testo unico delle leggi sanitarie non si può fare altrimenti».


Domanda... Ma secondo voi è meglio se il papa cambia pusher, o no?


Milano, beccati 4 uploader P2P, multe galattiche Milano

Una cifra fuori misura? Una somma stellare irrecuperabile? Una multa inutile? Se ne sentono tante in queste ore tra le reazioni di chi ha già saputo che quattro utenti Internet del milanese sono stati sanzionati per 125 milioni di euro, centesimo più centesimo meno.

Dei fatti parla un comunicato della Guardia di Finanza: proprio dal comando provinciale di Milano delle Fiamme Gialle era partita nei mesi scorsi l'operazione Genux che ha consentito di ricostruire le attività online dei 4 denunciati, ai quali si ascrive la messa in condivisione sulle piattaforme di scambio di più di un terabyte di opere protette. Un'operazione che si è avvalsa dell'ausilio tecnico di FPM, la Federazione contro la Pirateria Musicale emanazione di FIMI, la Federazione dell'industria della musica italiana.

Non si tratta, tengono a far sapere i responsabili dell'operazione, di quattro giovani utenti delle piattaforme di peering dediti alla cattura di qualche brano musicale di proprio interesse, quanto invece di persone impegnate nella pubblicazione massiva online senza autorizzazione di ogni genere di materiale. Sono tutti e quattro considerati heavy uploaders, "grandi condivisori", pizzicati, spiega la Guardia di Finanza, in una operazione che va inquadrata "in un contesto di prevenzione e repressione del fenomeno della illecita diffusione di materiale coperto da copyright, che costituisce una grave turbativa del mercato legale e genera mancati introiti all'Erario per milioni di euro all'anno".

Il blitz scattato ieri nelle abitazioni dei quattro ha portato, secondo le prime stime, al sequestro di circa 120mila opere poste in condivisione. Le perquisizioni, coordinate dal Sostituto procuratore della Procura di Lodi, Alessandra Simion, hanno portato nel complesso al sequestro di 6 computer, 7 hard disk, 2 schede di memoria e alcune migliaia tra CD-R e DVD. Tra gli mp3 sequestrati, fa sapere la Guardia di Finanza, anche le discografie complete di artisti italiani come Vasco Rossi, Elisa e Zucchero, nonché film usciti di recente nelle sale, videogiochi e software come Windows Vista, Microsoft Office, Norton Antivirus e via dicendo.

Tutti e quattro sono dunque stati denunciati per violazione delle normative sul diritto d'autore (633/1941 - art. 171), normative che in casi come questo prevedono, almeno sulla carta, sanzioni potenzialmente molto elevate. Nel comunicato diffuso dalle Fiamme Gialle, come accennato, si afferma: "Ai soggetti responsabili sono state comminate sanzioni amministrative che vanno da un minimo di 12.521.298,00 Euro, ad un massimo di 125.456.112,00 Euro". Ad applaudire i risultati dell'operazione è stata proprio FIMI che ricorda che nelle scorse settimane "anche la GdF di Bergamo ha denunciato diversi soggetti che distribuivano illegalmente musica tramite le reti P2P irrogando sanzioni amministrative per un totale di 8 milioni e mezzo di euro".

Secondo Enzo Mazza, presidente FIMI, "le istituzioni e le forze di polizia hanno ormai preso atto che la pirateria digitale non è un problema di quattro ragazzetti che scaricano a sbafo ma una seria minaccia per l'industria della creatività. Colpire i grandi spacciatori di musica illegale, costituisce un segnale di fermezza contro una crescente attività organizzata che causa notevoli danni ai nuovi business model della musica in rete". Come noto FPM stima le perdite per la filiera della produzione industriale causate dal P2P in 70 milioni di euro l'anno, un valore che copre il 26 per cento del mercato complessivo.


Come facciamo a difenderci??

1 commento:

Marco ha detto...

Se ne parlava oggi in uni... allora, diciamo che capisco ancora ancora i medici che non vogliono praticare l'aborto per problemi etici, ma questo proprio no... tra poco ci saranno supermercati animalisti senza trappole per topi, macellai vegetariani che non vendono carne.. insomma, la professione è una cosa, l'ideologia un altra. Nessuno dice di assistere la donna mentre prenderà la fatidica pillola, ma mi pare giusto che esista un obbligo nel dover fornire le medicine richieste senza discriminati sulle stesse.