Riporto da un articolo di Zeus News:
Sono passati dieci anni da quando un migliaio di persone si sono riunite a Firenze per dare vita al più grande momento autogestito e autorganizzato di scambio, di condivisione dei saperi, di comunicazione, di riflessione su privacy informatica e diritti digitali, mai visto prima in Italia. Da allora ogni anno a seguire l'hackmeeting si è tenuto in diverse città italiane.
In questi anni, qualcosa è cambiato. Quelli che sembravano gli interessi di un piccolo gruppo di smanettoni, sono diventati interessi di tutti. Tutti siamo diventati un po' pirati, a nessuno piace che Google conosca ogni dettaglio delle nostre preferenze di navigazione, e le comunità internet sono diventate indispensabili per organizzare il proprio tempo di lavoro, piacere, libertà.
Quest'anno l'hackmeeting si terrà a Pisa, presso il centro sociale Rebeldia (vicino alla stazione ferroviaria) dal 28 al 30 settembre. Ci saranno cacce al tesoro del Wi-Fi, eventi musicali copyleft, biciclette da smontare e rimontare, ma soprattutto oltre trenta workshop per tutti i pubblici, informatici e non.
Qualche esempio? Linux base, ovviamente, ma si parlerà anche di micromusic
, di strumenti di anonimato, di come riprendere possesso della conoscenza popolare a partire da come si cucina il pane, di programmazione esoterica, di attacchi a questo nuovo giochino chiamato Web 2.0 e perché no, dopo le recenti dichiarazioni di Frattini, anche di censura all'italiana.
Durante l'hackmeeting inoltre sorgeranno spontaneamente vari gruppetti interessati a discutere di alcuni argomenti specifici in maniera differente dal solito seminario dove l'informazione segue un percorso "uno a molti". Questi assembramenti di memi e persone sono ormai conosciuti nella storia di hackmeeting come capanne dei suchi.
Di seguito il manifesto dell'evento:
Esprimiamo una visione dell'hacking come attitudine, non esclusivamente informatica. Il nostro essere "hacker" si mostra nella quotidianità anche quando non usiamo i computer, si mostra quando ci battiamo per far cambiare le cose che non ci piacciono, come l'informazione falsa ed imposta, come l'utilizzo di tecnologie non accessibili e costose, come il dover recepire informazioni senza alcuna interattività e il dover subire da spettatori l'introduzione di tecnologie repressive e censorie.Siamo sinceramente spaventati dalla velocità con la quale la tecnologia viene legata a doppio filo al controllo sociale, alle imprese belliche, ad una malsana e schizofrenica paura del proprio simile: il nostro approccio è diametralmente opposto.
Siamo una comunità aperta di persone con una visione critica nei confronti della tecnologia, che sempre più profondamente influenza la società che ci circonda. Da dieci anni ormai ci incontriamo annualmente in una tre giorni di seminari, scambi di idee, dibattiti, apprendimento collettivo, feste e giochi, il tutto rigorosamente in un luogo autogestito.
L'intero evento e tutta l'organizzazione tecnico/logistica sono autogestiti e autofinanziati dalle comunità digitali (e non) e da tutte le singole individualità che intendono contribuire alla discussione. Non abbiamo sponsor ne' etichette, ne' ne vogliamo. L'intera organizzazione viene portata avanti durante l'anno da un collettivo virtuale che si ritrova nella mailing list hackmeeting@inventati.org.
Promuoviamo fortemente la diffusione delle conoscenze e l'utilizzo critico e consapevole della rete e delle nuove tecnologie, in opposizione alla loro deriva commerciale e repressiva. Durante l'evento proponiamo seminari e dibattiti, aperti al pubblico e gratuiti, in cui si parlerà di tecnica ma anche di politica.
Porteremo avanti il discorso sui diritti digitali, sulla scelta del software libero, l'opposizione alla logica dei brevetti e del copyright tradizionale, la costruzione di server autogestiti, lo studio e la sperimentazione di fonti energetiche pulite, i risvolti dell'uso sociale delle tecnologie e dell'incontro tra tecnologie e sessualità, i problemi legati al lavoro in campo informatico, l'autodifesa della propria privacy, lo studio dei dispositivi di controllo e di sorveglianza, la resistenza alla censura.
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