martedì 25 novembre 2008

L'era glaciale 3

Ahahahah, divertitevi con due trailer del prossimo film di Scrat, Diego, Manfred, Lenny, Sid e gli altri :D



domenica 23 novembre 2008

Il giudice: «Via i crocefissi dalle aule»

«I minori devono avere la sensazione che lo Stato è neutrale»
Il giudice: «Via i crocefissi dalle aule»

È la prima volta nella storia della Spagna

Il giudice di Valladolid ordina la rimozione del simbolo religioso da un istituto pubblico


MADRID
- Da tutte le aule e da tutti gli spazi comuni della scuola pubblica Macias Picavea di Valladolid dovranno essere rimossi i crocefissi: lo ha stabilito il giudice del tribunale della città nel nord della Spagna, Alejandro Valentin, accogliendo così la richiesta avanzata nel 2005 dal genitore di un alunno e da una associazione locale per la difesa della scuola laica, secondo i quali, come recita la Costituzione spagnola, va garantito «la libertà di religione e di culto» e assicurato il carattere «laico e neutrale» dello stato spagnolo sui temi religiosi.

LA MOTIVAZIONE - Il giudice ha motivato la decisione, la prima del genere in Spagna, sostenendo che «la presenza di simboli dove ci sono minori in piena fase di formazione potrebbe provocare in loro la sensazione che lo Stato è più vicino» alla religione cattolica rispetto ad altre confessioni. La decisione è la prima del genere nella storia della Spagna. Una questione simile fu affrontata a Jaen, in Andalusia nel 2006, ma il quel caso il governo regionale aveva preceduto il possibile intervento della giustizia facendo rimuovere di sua iniziativa i crocefissi da una scuola.

CONTRARIO IL CONSIGLIO D'ISTITUTO - Trent'anni dopo la fine della dittatura franchista, che elevò il cattolicesimo al rango di religione di stato, un giudice dà dunque ragione a un'associazione in difesa della laicità, malgrado la posizione contraria del consiglio scolastico. I crocefissi erano presenti nella scuola Macias Picavea di Valladolid dal 1930, e più volte il consiglio di istituto si era espresso contro la loro rimozione, dopo le prime richieste pervenute già nel 2005. In Spagna la costituzione del 1978 assicura il carattere anticonfessionale dello Stato e delle sue istituzioni, ma tutti i nuovi capi di governo giurano fedeltà alla costituzione stessa davanti a un crocifisso.

Da Corriere.it

giovedì 20 novembre 2008

Griffin




visto che siamo in vena di video divertenti....

Seghe

Ancora un video molto divertente della Pixar.

domenica 16 novembre 2008

Libertà d'espressione???

Lo scorso 9 settembre pubblicammo un'ultimissima sul fermo di un giovane cagliaritano che, indossando una maglietta del gruppo punk-rock dei Bad Religion, stazionava nella zona dove era atteso il papa. Siamo ora riusciti a entrare in contatto con quel cittadino, venendo così a sapere cosa effettivamente accadde quel giorno. Lo racconta lo stesso protagonista nella lettera che inviò in seguito al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano.

Onorevole Presidente della Repubblica.
Sono un ragazzo di Cagliari che ha fatto un ESPERIMENTO: QUANTO E’ LIBERO UN CITTADINO ITALIANO.
Come di certo saprà, questa domenica (7 settembre ’08) la mia città ospitava il Papa. Tra l’altro era presente anche il Presidente del Consiglio.
L’appuntamento era per le ore 10:30 davanti alla chiesa di Bonaria: praticamente tutta la città era barricata. Io uscii di casa alle 10:10 per recarmi sul luogo (a piedi e da solo).
Avevo volutamente messo la maglietta di una storica band americana, i “Bad Religion”: su di essa vi è rappresentato il simbolo di divieto posto sopra la croce. In borsa avevo una bottiglia d’acqua e un lenzuolo con sopra scritto l’articolo 7 della costituzione. L’intenzione era di appenderlo, ma arrivato sul luogo, visto che ero totalmente solo (anche se circondato da tantissime persone) e che non ci si poteva avvicinare, abbandonai l’idea visto che era irrealizzabile.
Non ebbi problemi ad arrivare nel “varco 1” (sul lato della chiesa, lontano e dietro al palco) ma senza uno speciale “pass” non si poteva neanche attraversare la strada dove si trovava la piazza della chiesa.
Vedo che le gente nota la mia maglietta. Dopo pochi minuti mi vengono incontro due agenti della Digos che mi chiedono i documenti, annotano i nominativi e mi perquisiscono borsa e tasche.
Io ero psicologicamente pronto ad un intervento delle forze dell’ordine e non discussi.
Visto il lenzuolo mi chiedono cosa fosse, e gli risposi: “questo lo prendiamo noi” mi dissero, e io risposi che potevano anche buttarlo visto che avevo già intenzione di non usarlo.
Mi chiesero chi ero, da dove venivo, chi erano i miei genitori, se studiavo o lavoravo, come andavo a scuola, se ero venuto e dovevo restare da solo (sì) , se avevo precedenti (no) e molte altre cose.
Poi chiesero cosa ci facessi lì e rispondendo che ero lì per ascoltare la messa mi dissero che era una mancanza di rispetto verso chi era lì il fatto che avevo quella maglietta, io mi appellai alla libertà di pensiero e di espressione e gli spiegai che non avrei disturbato nessuno e che non stavo facendo niente di illegale, mi dissero di stare lì e io lo feci senza discutere.
Poco dopo iniziata la messa, alle prime parole del Pontefice gli agenti della Digos mi dissero che dovevo andare, mi girai e vidi la macchina della polizia con lo sportello aperto pochi metri dietro di me, chiesi il perché e mi risposero che dovevano fare dei controlli.
Ero un po’ stupito ma sempre calmo e rispettoso.
Arrivato in caserma, mi fecero praticamente le stesse domande e si sorpresero del fatto che mia madre sapesse che ero lì. Dopo di che mi fecero spogliare e mi perquisirono di nuovo, mi fecero accomodare e mi dissero che era grave quel che avevo fatto, io gli chiesi cosa avevo fatto se non essere nella mia città con una maglietta politica e che ero del tutto libero di farlo. Nel mentre il telefono squillò ma non mi fecero rispondere, dopo una seconda chiamata e aver detto che era mia mamma mi fecero rispondere e gli dissi dove ero, che stavo bene e che, come detto dai poliziotti, dopo un’oretta me ne sarei andato. Passa il tempo e arriva la notizia della Digos che sarei dovuto restate in caserma sino a che il papa non se ne fosse andato da Cagliari.
Rimasi sbigottito, continuai a parlar con gli agenti e saltò fuori che effettivamente dal codice penale non risultava alcun reato, e che comunque quel che stavo facendo non lo potevo fare. Ci tengo a dire che i poliziotti sono stati molto gentili e ospitali e non hanno commesso abusi e sono stati fatti i complimenti a mia madre quando è venuta a trovarmi perché ero educato e mi sono comportato bene.
Dopo otto ore uscii soddisfatto del mio esperimento e ansioso di scriverle anche se mi è stata sequestrata la maglietta e il lenzuolo (quella maglietta ha almeno 20 anni, è una delle prime di quel gruppo ed ha un valore affettivo non indifferente perché me l’ha regalata un mio caro amico che si doveva fare frate).
Il giorno dopo alle 9:00 mi sono recato alla scientifica per farmi fare la foto e farmi prendere le impronti digitali perché altrimenti ero passibile di denuncia (quindi ora sono schedato, e quindi ho perso un giorno di lavoro).
Tutto questo era solo per dimostrare che i diritti costituzionali ormai non vengono più rispettati, contrastati da decreti e dall’ignoranza.
Le voglio chiedere di rendere di nuovo l’Italia uno stato LAICO e di rendere alla nostra amata costituzione il suo potere e il suo prestigio perché LEI PUO’ farlo e IO NO.
Questo è solo un episodio visto che ogni giorno si sente di dottori cristiani che non danno la pillola “del giorno dopo” o di omosessuali aggrediti o di religione obbligatoria a scuola o di lodi al fascismo o di continui attacchi alla libertà di parola (ultima la Guzzanti).
Grazie davvero per aver ascoltato, lo apprezzo davvero. Non credo che ci sia la possibilità che lei risponda ma mi basta la conferma che lei abbia letto.
Distinti saluti
Firmato: un cittadino italiano

Da qui



Birds

Facciamoci qualche risata con un vecchio video della PIXAR :D






Piaciuto? eheh

sabato 15 novembre 2008

Coiffeuse

Prima...


E dopo...

venerdì 14 novembre 2008

Donna nuda crocifissa al letto sul poster choc anti-violenza

Il manifesto annuncia la giornata nazionale contro gli stupri

Una (bella) donna distesa e semi-nuda su un letto (di dolore?). A braccia aperte. La scritta poi toglie ogni dubbio: «Chi paga per i peccati dell'uomo?». Evidente, così, il riferimento al crocifisso e al martirio cristiano. È bufera sulla campagna pubblicitaria di Telefono Donna, onlus fondata nel 1992 e insignita dal Comune una decina d'anni fa con tanto di benemerenza civica. La donna crocifissa avrebbe dovuto campeggiare su cinquecento spazi pubblicitari. Testimonial choc (la campagna è dell'agenzia internazionale Arnold WorldWide) in vista della giornata mondiale contro la violenza sulle donne, in calendario per il 25 novembre. Tutto fermo, congelato. Perché da Palazzo Marino le pressioni sono fortissime.

L'assessore al Decoro Urbano, Maurizio Cadeo (An), davanti al rendering dei primi manifestini è sobbalzato. No, quell'immagine non deve passare. Non almeno sugli stalli pubblicitari del Comune. Il messaggio spedito agli uffici che gestiscono la pubblicità del Comune è chiaro: opporsi in ogni modo. «Perché rispondere alla violenza con violenza?», domanda Cadeo. Una questione anche di decoro. La pensa così anche il capogruppo di An, Carlo Fidanza: «Il manifesto strumentalizza il simbolo della cristianità. In una città dove giustamente si sanziona chi viola il decoro pubblico, è giusto opporsi a questo tipo di campagne».

Stefania Bartoccetti, presidente dell'associazione cade dalle nuvole. «I manifesti sono già stati stampati dopo il primo via libera degli uffici comunali. Ora staremo a vedere. Domani (oggi ndr), con l'agenzia che ha curato la campagna, decideremo il da farsi». «A noi non risulta che tutti i permessi siano stati accordati — replica Cadeo —. E comunque, in casi come questi, bisogna distinguere l'iter burocratico dalle responsabilità politico-amministrative». Campagna blasfema? Si difende la Bartoccetti: «Io sono cattolica praticante. La crocifissione vuole solo essere l'immagine della sofferenza estrema». Da Salemi si fa vivo anche l'ex assessore Sgarbi: «Quella di Milano è un'amministrazione che dovrebbe dimettersi, invece di continuare a menarla con queste stupidaggini». E i poster? «Sono pronto a ospitarli a Salemi ».
Andrea Senesi

martedì 11 novembre 2008

Kate Perry - I Kissed A Girl

Anche per smuovere un po' la pagina... triste triste senza immagini... spero piaccia anche a voi



Kate Perry - I Kissed A Girl Video Lyrics

This was never the way I planned
Not my intention
I got so brave, drink in hand
Lost my discretion
It’s not what, I’m used to
Just wanna try you on
I’m curious for you
Caught my attention

I kissed a girl and I liked it
The taste of her cherry chapstick
I kissed a girl just to try it
I hope my boyfriend don’t mind it
It felt so wrong
It felt so right
Don’t mean I’m in love tonight
I kissed a girl and I liked it
I liked it

No, I don’t even know your name
It doesn’t matter
Your my experimental game
Just human nature
It’s not what, good girls do
Not how they should behave
My head gets so confused
Hard to obey

I kissed a girl and I liked it
The taste of her cherry chapstick
I kissed a girl just to try it
I hope my boyfriend don’t mind it
It felt so wrong
It felt so right
Don’t mean I’m in love tonight
I kissed a girl and I liked it
I liked it

Us girls we are so magical
Soft skin, red lips, so kissable
Hard to resist so touchable
Too good to deny it
Ain’t no big deal, it’s innocent

I kissed a girl and I liked it
The taste of her cherry chapstick
I kissed a girl just to try it
I hope my boyfriend don’t mind it
It felt so wrong
It felt so right
Don’t mean I’m in love tonight
I kissed a girl and I liked it
I liked it

XDDDD

Scusatemi ma non potevo non postarla!!!! =DDDDDDDDD

lunedì 10 novembre 2008

I tagli all'università

Brutto periodo per le università italiane: il tanto chiaccherato decreto Gelmini, le rivolte degli studenti, dei lavoratori e di tutti i dipendenti. Sembra che nessuno sia contento.
L'università in tutto questo cosa fa?
Per prevenire i futuri e corposi tagli, eccco che si è prontamente scoperto come aiutare il recupero di una parte dei soldi: aumento dei prezzi.
Da oggi infatti, nel bar del settore didattico di via Golgi, zona città studi a Milano, il caffè passa da 65€cent a 68€cent.
Oltre il danno quindi, la beffa. Non bastava l'aumento, ora ci saranno anche un mucchio di monetine in più, per pagare o come resto.

venerdì 7 novembre 2008

giovedì 6 novembre 2008

saké







Un'immagine che ho da moltissimo tempo... Tornano gli sfondi!